Il libro
Spiega l’autore Massimo Donati: «All’ombra del ’68, negli anni ’70 del Novecento si svilupparono movimenti divergenti e, spesso, tra loro non compatibili. Tra questi, l’esperienza delle bande armate che facevano riferimento alla sinistra estrema ebbe un qualche rilievo in alcuni Paesi dell’Europa occidentale senza, però, mai “toccare” alcun livello sociale. Infatti, al più, fu la storia di azioni individuali, seppur apparentemente organizzate: si colpiva all’improvviso e si scompariva, lasciando qualche volta segni anche drammatici ma isolati e privi di conseguenze generali (tranne che in un numero ristrettissimo di casi). Assomigliava al comportamento di un cobra che colpisce, forse consapevole della forza del proprio veleno ma privo di un progetto al di là delle conseguenze immediate del colpo. Le bande armate, proprio per questo, non hanno lasciato dietro di loro alcun segno significativo se non una discreta quantità di sangue inutilmente versato. Il linguaggio secco e sintetico utilizzato nel testo è frutto di una scelta consapevole, e cioè del desiderio di esprimere, anche nella forma, l’atmosfera di quei momenti confusi e duri, e non solo per coloro che avevano scelto le armi. Anche la mancata “localizzazione” non è casuale, perché mi interessava concentrare l’attenzione sulla storia delle persone senza che diventasse un’analisi su ciò che veramente avvenne in quegli anni».
L’autore
Massimo Donati, toscano di origini, vive a Genova da più di quarant’anni. Ingegnere di studi e di lavoro, manager in grandi aziende e imprenditore, è da sempre appassionato di storia e di politica. Fratello Cobra è il suo primo romanzo e fa riferimento anche alla sua formazione, quella attorno al periodo del ’68.
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