Il libro
Otto imprevedibili cavalcate del grande poeta e cantautore tedesco: tra memoria e filosofia, storia e cronaca, politica e letteratura, Biermann ci trascina in un gorgo di sferzanti attacchi al Potere, di pungenti sarcasmi contro ipocrisia e retorica, falsi poeti e falsi cantori.
L’autore
Wolf Biermann (Amburgo, 1936) è considerato uno dei maggiori poeti e cantautori di lingua tedesca. Il suo percorso politico e personale – con il passaggio, a soli 17 anni (1953), dalla Repubblica Federale alla Repubblica Democratica Tedesca e il successivo rientro nella Germania Occidentale (1976) a seguito della messa all’indice delle sue opere da parte del SED, il Partito Socialista Unitario, e della successiva privazione della cittadinanza –; la sua intensissima attività, in parte anche clandestina, di saggista-polemista e poeta (quasi 30 i libri pubblicati in Germania); la sua ricchissima produzione come cantautore (una trentina anche i dischi) che lo ha portato sui palcoscenici di molti paesi (e va ricordata, per quanto riguarda l’Italia, almeno la lunga tournée del 1990 che toccò alcune tra le principali piazze italiane) e un’inarrestabile vis polemica che lo spinge ancora oggi a forti prese di posizione nei confronti del mondo contemporaneo, ne fanno un eccezionale testimone della storia europea, e non solo europea, degli ultimi cinquant’anni. Le sue Vorlesungen (Lezioni), edite in Germania nel 1997 e solo in parte rese note al pubblico italiano (in Canzone privata, canzone politica, a cura di Alberto Noceti, Donzelli, Roma 1996) sono qui proposte per la prima volta nella loro versione integrale, e sono l’unica tra le sue opere di saggista pubblicate in Italia che non abbia carattere miscellaneo.
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