Il libro
Quella narrata in questo volume è la storia personale dell’autrice, che qui si racconta in quanto mamma di tre figli, Andrea, Tilahun e Zenebech: i genitori biologici di Tila e Zene, entrambi etiopi ma fratelli non di sangue, sono stati costretti ad abbandonarli o hanno perso la vita durante la guerra civile nel Paese africano. Emilia all’epoca ha fatto una scelta importante e profondamente delicata, e non se ne è mai pentita. Le emozioni scaturite da quelle decisioni sono state numerose e come un fiume in piena, sia per lei che per i veri protagonisti di questa storia, coloro che all’epoca erano due bambini confusi e dalla memoria labile e che oggi sono un giovane uomo e una giovane donna pieni di energia e di entusiasmo per la vita e profondamente integrati in Europa, quella aperta e che non vede confini. A oltre dieci anni dall’uscita della prima edizione di questo romanzo, l’autrice ha sentito il bisogno di riprenderlo in mano e di completarlo con il racconto di quello che lei definisce il “ritorno alle origini”, il viaggio in Etiopia fatto nel 2011 proprio con i suoi figli. Con lo stesso batticuore di vent’anni prima, ma con una maggiore consapevolezza di quante infinite sfumature possano avere i rapporti famigliari.
L’autrice
Emilia Marasco (Genova 1959), è docente di Storia dell’Arte Contemporanea e di Scrittura Creativa all’Accademia Ligustica di Belle Arti, istituzione che ha diretto dal 2002 al 2010. La distanza necessaria è la sua terza prova narrativa dopo La memoria impossibile, 2008 (TEA – premio “Reghjum Julii” per l’opera prima), e Famiglia: femminile, plurale, 2011 (Mondadori). Nello stesso 2011 un suo racconto è comparso nell’antologia Non è un paese per donne (Mondadori) e il Teatro Stabile di Genova ha messo in scena la sua pièce Madri Clandestine.
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