Il libro
Un ritratto composito e rimeditato della vita, del pensiero e dell’arte di Pietro Simondo, dall’Internazionale Situazionista alle sperimentazioni più recenti, attraverso gli scritti irriverenti dell’artista stesso, le interviste e un saggio introduttivo di Sandro Ricaldone. L’immagine imprevista è il racconto dei luoghi del movimento situazionista in Italia (nella Liguria di Ponente), del battesimo internazionale e del clima generale intorno al neonato movimento, dei tempi dell’amicizia con Jorn, Debord, Gallizio e gli altri promotori dell’Internazionale.
L’autore
Piero Simondo (Cosio d’Arroscia, Imperia, 1928) da Torino, dove frequenta l’Università , si trasferisce nel 1952 ad Alba, dove conosce Pinot Gallizio, che introduce alla pittura. Una mostra ad Albisola (estate ’55) segna l’incontro con Asger Jorn e porta alla creazione, ad Alba, del Laboratorio Sperimentale del MIBI e all’organizzazione, l’anno successivo, del Primo Congresso mondiale degli Artisti liberi. Nel luglio 1957 è tra i fondatori dell’Internazionale Situazionista, da cui si stacca dopo pochi mesi. Tornato a Torino fonda il Centro Internazionale di Ricerche Artistiche (CIRA, 1962-67). Nel 1972 entra all’Università per occuparsi dei laboratori di “attività sperimentali” dell’Istituto di Pedagogia. Qui insegna poi “Metodologia e didattica degli audiovisivi”. La sua attività artistica prende avvio negli anni ’50 con i “Monotipi”. All’inizio del decennio successivo inaugura la sequenza delle “Topologie”, di forte impatto oggettuale. Nel 1968 dà vita ai “Quadri-manifesto”, cui fanno seguito le “Ipo-pitture”, i “Nitro-raschiati” e altri cicli pittorici improntati alla sperimentazione di nuove tecniche e materiali. Gli anni ’90 sono caratterizzati dalla realizzazione di grandi polittici mentre nei lavori più recenti Simondo rivisita con freschezza inventiva i procedimenti già utilizzati cinquant’anni prima
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