Il libro
«Sposata nel ’28, era immigrata a Genova al seguito del neo-sposo Nicola, ufficiale marconista della Marina mercantile. Flora era il suo nome, Flora Rosaria all’anagrafe. (…) Poi la storia di quella guerra mostruosa l’aveva attraversata tutta da sola senza conoscerne l’intera dimensione, a denti stretti per garantire la sopravvivenza alle figlie nei miseri confini di un paese dove non era nata, lei che non aveva la radio e neanche una corrispondenza attiva con i parenti». La storia di Flora è una storia che si ritrova in numerose cronache famigliari, la storia di tante donne che con coraggio e immensa dignità hanno affrontato gli anni terribili della Seconda guerra mondiale tra paure, smarrimento e preoccupazione per i propri figli. Quanti dei giovani di oggi si rendono conto di cosa significasse vivere in quel periodo storico in Italia, e in particolare nella Genova bombardata più volte tra il 1940 e il 1942? La fine della guerra può bastare a fermare le ostilità? La sensazione, oggi, è che da quegli anni non abbiamo imparato abbastanza, e che forse qualche riflessione la possiamo ancora trarre nella biografia appassionata e lucidissima di una donna che quei momenti li ha vissuti sulla propria pelle.
L’autrice
Fiorella Caraceni (Genova, 1932-2019), storica dell’arte, ha insegnato italiano e latino al Convitto Nazionale Colombo, oggi Liceo Scientifico. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Genova: guida Sagep, Una strada rinascimentale: Via Garibaldi a Genova, Palazzi di Genova, Pietro Paolo Rubens (con J.M. Rosenberg), La pittura a Genova e in Liguria – Vol. 1: Dagli inizi al Cinquecento (con altri autori). Ha inoltre curato numerosi saggi e monografie con il marito Ennio Poleggi (scomparso nel 2017). Flora che fece finire la guerra è stata la sua prima opera narrativa, in gran parte autobiografica.
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