Il libro
Amandine, fotografa appena scomparsa, lascia in eredità a cinque personaggi che tra loro non si conoscono una casa disabitata da tempo, arroccata ai margini di un paese dell’entroterra ligure, e li obbliga con una clausola vincolante a incontrarsi sul posto per decidere cosa farne. Ciascuno di loro – una neo laureata in storia dell’arte appena rimasta incinta; un anziano artigiano del legno accompagnato dal nipote; uno “psicogeografo” che gira il mondo scrivendo guide turistiche; un’artista e performer nomade einquieta; un musicista senegalese, ex assistente di Amandine – vede in questa opportunità una buona occasione per dare una svolta alla propria vita. La storia della loro inaspettata convivenza si intreccia a un’altra ambientata nei primi anni del Novecento che vede protagonisti il pittore Pierre Bonnard e la sua giovane allieva Odette. A unire gli intrecci il segreto che si cela dietro la stravagante eredità di Amandine.
L’autrice
Emilia Marasco (Genova 1959) è docente di Storia dell’Arte Contemporanea e di Scrittura Creativa all’Accademia Ligustica di Belle Arti, istituzione che ha diretto dal 2002 al 2010. Nel 2012 ha fondato con Claudia Priano la scuola di scrittura Officina Letteraria.
Tra le sue opere ricordiamo La memoria impossibile, 2008 (TEA – premio “Reghjum Julii” per l’opera prima), Famiglia, femminile plurale (Mondadori 2011), Verso Sud (Emmabooks 2015), Volevamo essere Jo (Mondadori 2016). Con Il Canneto Editore ha pubblicato La distanza necessaria (2012) e Ti racconto com’ero (2019), Cinghiali in città (2020) e ideato e curato, con Nicolò De Mari, l’antologia Il Ponte dedicata alla tragedia del 14 agosto 2018.
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