Il libro
Dopo il Quaderno di traduzioni, le prose de L’oscura primavera di Sottoripa e la raccolta delle recensioni Verdi alla Scala, torniamo a riproporre un volume di Eugenio Montale: quel Quaderno genovese “salvato” dalla nipote Bianca Montale dopo la morte del poeta, pubblicato per la prima volta nel 1983 da Mondadori – edizione oggi quasi introvabile –, e qui oggetto di un attento aggiornamento del ricco apparato critico. Discontinuo e asistematico come tutti i diari, il Quaderno – scritto nel 1917 e interrotto con la partenza di Montale per il servizio militare, e per la guerra – esprime il rapporto del poeta con la città di Genova e costituisce un documento unico sulla sua formazione, stupefacente per la vastità di interessi che superano i confini nazionali, nonché per la sicurezza irriverente di impressioni e giudizi. Abulia e un doloroso sentimento di irrealtà convivono con un forte sentire dell’oltre e dell’invisibile, ma al tempo stesso con una profonda curiosità per la realtà. È un’ansiosa ricerca personale, dove ne va della vita, che tocca la musica e la modernità in arte. E rivela un temperamento a tratti genuinamente mistico ma sempre di assoluta immediatezza e umorismo.
L’autore
Eugenio Montale (Genova, 1896 – Milano, 1981) è uno dei massimi poeti italiani del Novecento. Nel 1975 ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura. Trasferitosi a Firenze, ha diretto il Gabinetto Vieusseux dal 1928 al 1938, quando è stato licenziato per essersi rifiutato di iscriversi al Partito Fascista.
Nel dopoguerra ha lavorato come giornalista presso il «Corriere della Sera». Le sue principali raccolte di poesie sono: Ossi di seppia (1925), Le occasioni (1939), La bufera e altro (1956), Satura (1971), Diario del ’71 e del ’72 (1973).
Laura Barile, docente di Letteratura Italiana presso l’Università di Siena, ha scritto racconti e curato traduzioni. Ha ricevuto, tra gli altri, il Premio dell’Accademia dei Lincei per le Letterature Europee.
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